BIODANZA: UNA NUOVA EPISTEMOLOGIA

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BIODANZA: UNA NUOVA EPISTEMOLOGIA

Rete Scuole Biodanza Italia IBFed
Pubblicato da Redazione in Articoli · Venerdì 15 Nov 2019
Tags: Biodanza
  
In questa sessione del sito della Rete delle Scuole Italiane IBF verranno periodicamente riportati gli articoli  pubblicati nella storica rivista "Biodanza" che nella seconda metà degli anni Novanta del secolo scorso contribuì alla diffusione della Biodanza in Italia.
Il primo di questi articoli è a firma di Eugenio Pintore storico facilitatore di Biodanza e raffinato intellettuale che ci ha lasciati da poco, rileggere il suo pensiero è il miglior modo per tenerne in vita la memoria.

Di seguito i punti più rilevanti dell'articolo scritto da Eugenio intitolato "Biodanza: una nuova epistemologia" e pubblicato sulla rivista BIODANZA nel Novembre 1996. Chi volesse approfondire leggendo l'articolo per intero può farlo accedendo al link indicato a fine pagina.


La biodanza propone una epistemologia ed una teoria della conoscenza assolutamente innovative e il centro di questa “rivoluzione” riguarda essenzialmente il concetto di “vivencia”.

La vivecia permette di recuperare l'aspetto “esperienziale” del rapporto conoscitivo, di superare la scissione tra “esperienza” e “conoscenza” modificando l'idea stessa di scienza.
Si tratta di una prospettiva sistemica che supera la scissione tra corpo spirito, tra soggetto e oggetto, tra particolare e universale, tra parte e tutto. Questa prospettiva va estesa anche nell'ambito del conoscere: c'è del corpo anche nel conoscere, c'è emozione, c'è trascendenza, c'è creatività nella scienza e in generale nella conoscenza.

L'idea della scienza come risultato di una attività neutra in qualche modo sterilizzata da quelli che vengono ritenuti turbamenti soggettivi di carattere emozionale, viscerale, estetici, religiosi ma insieme culturali viene messa in crisi a favore di una concezione integrata e globale del conoscere.
La distinzione tra scienze dello spirito e scienze della natura, viene quindi messa in discussione.
La conoscenza e il sapere presupposti dalla biodanza sono sotto l'egida della totalità e della integrazione.

La distinzione tra scientifico e umanistico è una limitazione che costringe a stare da una parte o dall'altra di un campo fittiziamente diviso: costringendo per esempio ad essere poeti o scienziati, filosofi o biologi.
Sulla base di questa distinzione, da una parte la scienza occidentale ha costretto la realtà nel meccanicismo  nel determinismo e dall'altra la cultura umanistica ha risposto rifugiandosi nello “spirituale”.  

La biodanza invece considera la vita nella sua totalità. In questo senso la relazione conoscitiva con il mondo non privilegia il discorso scientifico ma pone sullo stesso piano di efficacia e di validità quello poetico, quello mitico, archetipico e quello estetico.

Quando Rolando parla di nuova intelligenza il modello di riferimento è quello di un approccio alla realtà capace di contenere in sé la molteplicità dei discorsi, un discorso capace di dare voce alla complessità delle relazioni e delle interazioni dell'uomo con la realtà, in cui, ad esempio, c'è altrettanta forza conoscitiva nella tragedia greca che nelle equazioni differenziali.

Secondo la biodanza non è possibile parlare della totalità del vivente se non mettendo in gioco tutto ciò che in un modo o nell'altro riguarda la vita: facile dunque comprendere che la biologia e l'etologia, la biochimica e la psicologia, la fisica e la chimica si alleino con la poesia, con l'arte, con il mito.
Cio' che biodanza mette in crisi è una certa immagine del sapere che domina la ricerca sia scientifica che umanistica, un sapere che è vittima del pregiudizio della specializzazione. La biodanza non si limita a collezionare prospettive diverse ma mira a superare le singole discipline in una sintesi più ampia proponendo un ritorno alla sacralità della materia, del corpo, della vita nell'ottica dell'integrazione.
La complessità della realtà chiede un approccio molteplice. Una epistemologia sistemica e transdisciplinare costituisce il primo passo verso una nuova concezione del sapere e della conoscenza.

Il passo successivo consiste nel connettere il sapere con l'esperienza. In questa prospettiva la proposta della biodanza con la centralità che dà alla vivencia, all'emozione, alla musica, al movimento offre un orizzonte nuovo per unire esperienza e conoscenza. La vivencia è una esperienza conoscitiva non limitata alla osservazione o alla rappresentazione, ma ad una conoscenza vissuta, partecipata.
Nella vivencia le nostre capacità sono potenziate perchè aprono modalità che superano quelle del linguaggio analitico, facendo appello alle originarie ed innate potenzialità conoscitive in cui l'analogico, l'emotivo, l'istintuale possono superare i limiti e i confini imposti dal modello logico razionale.
La centralità epistemica della vivencia conduce dunque alla integrazione del sapere, non alla contrapposizione.




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